Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

393824
Toniolo, Giuseppe 50 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
  • UNIOR
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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

Tali i popoli arii migratori per eccellenza; i quali, lasciata la comune sede dell'Iran, e staccatisi remotamente dai due gruppi consanguinei già

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

E lo Stato novello spunta nel Comune,ove individui, associazioni, corporazioni, rinvengono libertà, difesa, solidarietà; — e dove l'autorità civile e

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lavorio armonico le forme molteplici di costituzione e di vita (attività) sociale conferiscano al fine ultimo comune di attuare successivamente la civiltà.

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le dottrine della filosofia scozzese (di Hutcheson e Reid) cui apparteneva A. Smith, la quale, intitolandosi scuola del buon senso o del senso comune

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sentimento del bene proprio individuale,comune a tutti gli uomini e svolgendosi spontaneamente in condizioni di libertà e concorrenza, riesce a delineare le

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comune a tutto il mondo organico e superorganico (sociale), sicché l'economia non è che un aspetto di una dottrina unica universale.

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, ambedue signoreggiate da una comune filosofia cattolica;ciò che suggerisce di considerare questi più recenti progressi di studi sociali congiuntamente alla

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gli uomini conviventi, converso a conseguire, nell'obbedienza di una legge etica suprema, il bene comune,cioè ad apportare quegli aiuti reciproci, con

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facoltà e di corrispondenti limitazioni (deficienze), così nella convivenza sociale rivolta al bene comune la legge etica si esplica colla graduazione

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Donde l'ordine sociale, pur risultando dal concorso armonico delle classi superiori e inferiori, non solo converge al bene comune cioè alla tutela e

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duraturo ed efficace sulle coscienze e sulla comune operosità (anche economica). La varietà delle scuole filosofiche, gli errori commisti alle migliori

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dalle esigenze di un eroismo impossibile alla comune degli uomini (Branca).

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2. Data la società umana ossia l'ordine etico-civile, il cui fine è di conferire al bene comune (generale) del perfezionamento morale, fisico

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fine immediato del bene comune degli uomini si tramuta in fine mediato e stromentale di sicurezza e perfezione esterna coercibile di quel bene stesso.

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comune,cioè al perfezionamento spirituale e materiale della società tutta intera; ma ciò con mezzi suoi propri esterni e coercibili, e salvo (avvertasi

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esercizio al fine della sicurezza (esterna coattiva), provvede al bene comune in modo immediato. I corpi legislativi, gli uffici amministrativi, la

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2. Colla funzione che dicemmo invece tutrice,lo Stato provvede al bene comune dei singoli consociati in modo mediato,cioè per mezzo della società

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negli accidenti l'assetto e l'operosità,in modo che si atteggino e dirigano al bene comune. È una funzione coordinatrice-direttiva per eccellenza, in

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Secondo ufficio sociale-civile dello stato. ‒ 1. Fin qui lo Stato provvede al bene comune, assicurandolo mercé l'ordine estrinseco coercibile del

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l'unità armonica del corpo sociale nel bene comune finale. Quanto più si rivela, fra il denso intreccio delle istituzioni ed opere private, il nesso

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misura di legittima esplicazione, il bene comune o generale della società ed esso soltanto.In questo la loro estensione e i loro limiti assoluti

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ripercuota sul bene comune. Qui lo Stato non ha che a riconoscere, rispettare, tutelare questa cittadella della libertà personale, che è pure la

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concreto positivo dall'autorità umana, torna utile alla convivenza stessa; — sicché ad assicurarne i fini cioè il bene comune, si trova munita di forza

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cause e leggi di perfezionamento, in cui è civiltà. La sociologia studia così ciò che v'abbia di comune nelle molteplici manifestazioni (fisiche, civili

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comune giudizio venga di più in più estimata come un mezzo a fini spirituali, e l'uomo come principio e fine di essa, e le leggi economiche siccome umane

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riconoscerne l'ordine razionale positivo di utilità, subordinato a quello morale, e dirigerne l'applicazione al miglior bene comune». La definizione

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concreti, con cui tradurre in atto quei veri speculativi per maggiore utilità comune». Ciò forma appunto la dottrina della economia pratica per favorire

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3. Con ciò si spiega la scarsa popolazione (rispetto alla comune leggenda) dei tempi remoti anche più prosperosi, e il cammino irregolare di essa

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Evoluzione dislocatrice del cristianesimo. ‒ 1. Nulla più di questo valse a ridestare tale virtù espansiva nel mondo mercé il dogma della comune

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uomini viventi nel comune consorzio, per fini essenzialmente etici), lo scopo risulta designato così: — il benessere materiale,cioè quel bene prossimo

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Anzi l'economia è scienza dell'utile esterno materiale.Altre scienze sociali mirano all'utile comune, come, p. e., la scienza politica;ma questa

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, che è l'attività sociale volta alla ricchezza, è comune all'etica ed all'economia; ma l'oggetto specifico ossia il punto di veduta è differente: per

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tende ad essere razionalmente nella ricchezza e l'altro ciò che deve farsi per trarne profitto, non sottrae la duplice ricerca al carattere comune di

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preconcetto autogenetico,per cui ogni ramo di scienza sorge da sé e si recide dal comune tronco del sapere. Vi ha in ciò un equivoco tra autonomia ed

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scienze sociali positive, che hanno comune con essa l'oggetto (l'umanità) e il punto di vista del fatto (fenomeno); — e inferiori,con le scienze

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dalla statistica e dalla storia. Il punto di partenza è comune (il fatto), ma quello di arrivo è superiore (la legge razionale).

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Le stirpi o razze umane. – 1. Dai gruppi gentilizi, moltiplicatisi alla lor volta, ma che fra loro mantengono la memoria di un remoto ceppo comune

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Così il formarsi di una nazione, nel seno più ampio della razza, dipende dalla genesi, in un gruppo distinto di essa, di una comune coscienza civile

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comune degli uomini.

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trasmettere le proprie funzioni sociali nei discendenti; tendenza comune alla nobiltà di uffici civili, alla aristocrazia dell'armi, come agli esercenti di

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medioevali in tutta Europa; cosicché più schietto apparisce il procedimento comune, laddove meno sentita fu l'influenza romano-pagana (Brentano, Salvioni

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(salvo distinzioni araldiche di nome) nel titolo comune di nobiltà; simile alla fusione che nei sottoposti volghi (già originariamente distinti in

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più poderosa, lo sforzo prolungato e tenace (fra la comune stanchezza) da parte delle monarchie, dai Tudor in Inghilterra ai principi tedeschi, fino

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generale». Il contrapposto sarebbe «l'attribuzione dei beni a tutta l'umanità in comune, ad esclusione di singoli ossia di persone particolari», vale a

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Essa pure col suo carattere sociale moltiplicò all'indefinito colle sue invenzioni prodotti e mezzi di uso comune. Valga quale prototipo: — la

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dell'io) nell'uomo individuo, così unifica gli uomini conviventi (il sentimento del noi) in una idea comune, in comuni voleri, sentimenti ed aspirazioni

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Il conflitto secolare fra individuo e società. ‒ 1. Tale nozione e valore della solidarietà,già comune alla filosofia tradizionale, taluni (Schäffle

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spiritualizzatrice e universalizzatrice (Tarde); vale a dire fondono le moltitudini nel sentimento del dovere morale sotto la comune autorità

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naturale e permanente associazione di lavoro per l'interesse comune (p. e., per i dissodamenti di terreni); — tutti partecipano alla proprietà ed

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sacrifizio per tutti. Donde la coscienza di solidarietà per il bene comune, ivi raffermata dal sangue, dalla intimità di vita e dagli interessi materiali.

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